Non sottovalutare la bilancia: quando il peso influisce davvero sulle possibilità di gravidanza

Il peso corporeo può incidere davvero sulla fertilità. Capire quando fa la differenza è il primo passo giusto.

Quando si parla di gravidanza, l’attenzione si concentra spesso su esami, tempistiche e stili di vita. Eppure c’è un elemento che viene ancora sottovalutato, nonostante abbia un ruolo chiave fin dalle prime fasi: il peso corporeo. La bilancia non è solo uno strumento di controllo estetico, ma un indicatore importante dello stato di salute generale e, soprattutto, della capacità dell’organismo di affrontare il concepimento e i mesi successivi. Ignorarla o darle il peso sbagliato può influire più di quanto si creda sulle reali possibilità di gravidanza.

La condizione considerata ottimale per cercare un bebè è quella di normopeso, definita da un indice di massa corporea compreso tra 18 e 25. Come spiega Irene Cetin, Professore Ordinario di Ostetricia e Ginecologia presso l’Università degli Studi di Milano, più ci si allontana da questo intervallo, verso il sottopeso o il sovrappeso, più aumentano i rischi per la fertilità e per la salute futura della mamma e del nascituro.

Quando il peso influisce davvero sul concepimento e sulla gravidanza

Essere marcatamente sottopeso può bloccare il ciclo ovulatorio. Si tratta di un meccanismo di protezione naturale dell’organismo, che impedisce l’avvio di una gravidanza quando le riserve di tessuto adiposo sono insufficienti. In questi casi può instaurarsi uno stato di amenorrea che rende impossibile il concepimento. All’estremo opposto, il sovrappeso e soprattutto l’obesità interferiscono con la fertilità creando una condizione infiammatoria che rende la mucosa uterina meno adatta all’annidamento dell’embrione.

Anche quando la gravidanza inizia nonostante un peso non ottimale, il corpo presenta maggiori criticità. Se il peso è troppo basso, aumentano le probabilità di parto pretermine e di basso peso alla nascita. Se invece l’ago della bilancia è troppo alto, crescono i rischi di diabete gestazionale, ipertensione, preeclampsia e complicanze simili, con effetti potenzialmente importanti sia per la madre che per il bambino.

Prima del concepimento, quindi, l’obiettivo dovrebbe essere arrivare in forma. La donna sottopeso spesso introduce poche calorie e pochi nutrienti essenziali e deve aumentare in modo equilibrato l’apporto di cibo. La donna in sovrappeso, invece, tende non solo a mangiare troppo, ma anche male, con eccesso di carboidrati ad alto indice glicemico e grassi saturi e carenze di vitamine e sali minerali. In questi casi è fondamentale correggere lo stile alimentare puntando su un’alimentazione varia ed equilibrata.

Una volta iniziata la gravidanza, però, non è più il momento di dimagrire. L’aumento di peso è fisiologico e necessario, anche se deve restare contenuto nelle donne che partivano da una condizione di sovrappeso. Come sottolinea Irene Cetin, perdere chili durante l’attesa può compromettere lo sviluppo del nascituro. Nei primi mesi non serve aumentare le calorie, mentre nel secondo e terzo trimestre l’incremento diventa indispensabile e va concordato con il medico.

Se il sovrappeso è lieve, spesso bastano buon senso e una dieta equilibrata, come quella mediterranea, associata a una moderata attività fisica. Quando invece il problema è più importante, è necessario rivolgersi a uno specialista e rimandare temporaneamente la ricerca della gravidanza. Le diete drastiche e fai da te, soprattutto se concomitanti al tentativo di concepimento, possono impoverire l’organismo di nutrienti fondamentali e avere effetti negativi già nelle primissime settimane.

In questo percorso, il cambiamento deve partire dalla donna stessa. Informarsi da fonti affidabili, ascoltare il proprio corpo e costruire abitudini sane prima della gravidanza significa aumentare davvero le possibilità di vivere un’attesa più serena e sicura, per sé e per il futuro bebè.