Il tema del pignoramento da parte del Fisco continua a essere al centro dell’attenzione, soprattutto alla luce delle recenti novità.
Pur restando confermato il diritto del Fisco di procedere all’espropriazione forzata di beni mobili e immobili per il recupero dei tributi non versati, è fondamentale conoscere quali siano i beni effettivamente impignorabili, tutelati dalla legge e dalla giurisprudenza attuale.
L’espropriazione forzata si attiva quando il contribuente non adempie ai suoi obblighi tributari, ma non può avvenire senza rispettare precisi vincoli. In particolare, la cosiddetta impignorabilità della prima casa rappresenta un cardine importante nella tutela del contribuente. L’abitazione principale, infatti, non può essere pignorata se il contribuente vi ha stabilito la residenza e il debito con il Fisco è inferiore a 120.000 euro, a condizione che l’immobile non rientri nelle categorie catastali di lusso (A/1, A/8, A/9). Nel caso il contribuente possieda più immobili, l’impignorabilità della prima casa viene meno.
Un ulteriore vincolo riguarda l’ipoteca: prima di procedere al pignoramento immobiliare, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione deve iscrivere un’ipoteca sull’immobile, notificando al contribuente un avviso con un termine di 30 giorni per regolarizzare il debito o chiedere una rateizzazione.
Per quanto concerne i beni mobili, la legge tutela un insieme di oggetti indispensabili alla vita familiare e lavorativa. Sono dunque impignorabili vestiti, letti, tavoli, sedie, armadi, utensili per la casa e la cucina, oggetti usati nell’attività professionale, anelli nuziali, beni legati al culto, generi alimentari, animali domestici e polizze assicurative. Tali beni sono considerati essenziali al sostentamento e alla dignità del nucleo familiare, pertanto non possono essere sottratti neppure in presenza di debiti fiscali.
Pignoramento della pensione e dello stipendio: nuove tutele per i pensionati
La tutela del minimo vitale si estende anche alle pensioni. Dal 2022, la normativa ha fissato in 1.000 euro il minimo impignorabile della pensione mensile: ciò significa che le pensioni di importo inferiore a questa soglia sono completamente protette dal pignoramento. Per le pensioni superiori a 1.000 euro, è possibile procedere al pignoramento ma solo per la quota eccedente tale somma, e in misura limitata, generalmente entro un quinto di questa eccedenza.
Nel dettaglio, se la pensione mensile è di 1.600 euro, il pignoramento potrà riguardare al massimo 120 euro al mese (un quinto dei 600 euro eccedenti il minimo vitale). La normativa vigente prevede ulteriori limiti in relazione all’importo complessivo della pensione: per esempio, se la pensione è fino a 2.500 euro, la quota pignorabile non può superare un decimo, mentre per pensioni superiori a 5.000 euro si può arrivare fino a un quinto.
Anche gli stipendi godono di tutele analoghe: il pignoramento può essere effettuato fino a un quinto dell’importo netto, e non può intaccare gli ultimi stipendi o pensioni accreditati in banca o presso il datore di lavoro, se inferiori a una determinata soglia.

Normativa e principi che regolano il rapporto tra contribuente e Amministrazione finanziaria(www.perglialtri.it)
L’Amministrazione finanziaria italiana, guidata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e articolata nelle Agenzie delle Entrate, del Demanio e delle Dogane, deve operare nel rispetto di principi costituzionali, tra cui la buona fede e la collaborazione con il contribuente. Il rapporto tra Fisco e cittadino è infatti disciplinato dallo Statuto dei diritti del contribuente (L. 212/2000), che impone all’Amministrazione comportamenti trasparenti, corretti e prevedibili.
In questo quadro, la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 34484 del 22 ottobre 2025, ha ribadito che l’impignorabilità della prima casa si applica esclusivamente ai debiti tributari verso l’Erario e non si estende a debiti derivanti da reati penali o verso istituti privati come banche. Tale pronuncia conferma la necessità di distinguere attentamente la natura del credito per valutare la possibilità di pignoramento.
La legge prevede inoltre una serie di crediti impignorabili, come quelli alimentari, sussidi di sostentamento per persone indigenti, assegni di maternità, malattia o funerali erogati da enti assistenziali, nonché indennità specifiche, come quelle parlamentari. L’attenzione normativa è rivolta a garantire il mantenimento del minimo necessario per la dignità e la sopravvivenza del debitore e della sua famiglia.
Pignoramento: i limiti per il Fisco su immobili e beni mobili(www.perglialtri.it)






