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Roma, queste statue da visitare raccontano storie incredibili: alcune sono “parlanti”

scopri le statue di romaRoma, queste statue da visitare raccontano storie incredibili: alcune sono "parlanti" - perglialtri.it

Roma nasconde statue gratuite e sorprendenti: alcune hanno “dato voce” al popolo, altre sono simboli di libertà e mistero.

Roma è una città che non smette mai di raccontarsi. Basta alzare lo sguardo mentre si passeggia senza meta tra una piazza e l’altra per imbattersi in opere che sembrano immobili, ma che in realtà custodiscono storie vive, a volte scomode, altre ironiche o drammatiche. Oltre ai grandi monumenti celebrati dalle guide, esiste una Roma fatta di statue che parlano al passato e al presente, spesso ignorate da chi passa distratto.

Sono opere visibili gratuitamente, integrate nel tessuto urbano, capaci di raccontare episodi fondamentali della storia della Capitale. Alcune hanno addirittura “dato voce” ai cittadini, diventando strumenti di satira e protesta. Altre sono sopravvissute per puro caso o hanno attraversato secoli di polemiche, distruzioni e rinascite. Scoprirle significa osservare Roma da una prospettiva diversa, più intima e sorprendente.

La storia delle statue di Roma

A pochi passi da Piazza Navona si trova una delle statue più celebri e allo stesso tempo più insolite della città: Pasquino. È la più famosa tra le sei statue parlanti di Roma, così chiamate perché, dal XVI secolo, venivano usate come “bacheche” popolari. Qui i romani affiggevano componimenti satirici contro il potere, le celebri pasquinate, spesso anonime e pungenti.

La statua è in realtà un frammento di un’opera ellenistica risalente probabilmente al III secolo a.C., rinvenuta nel 1501. La tradizione satirica che la rese famosa nacque molto dopo, trasformando Pasquino in un simbolo di critica ironica e resistenza popolare. Nonostante tentativi di censura e persino ordini di distruzione, questa usanza è arrivata fino ai giorni nostri.

In Piazza della Minerva, davanti alla basilica omonima, si incontra uno degli obelischi più curiosi di Roma. A sostenerlo è un elefante disegnato da Gian Lorenzo Bernini e realizzato nel 1667. I romani lo ribattezzarono subito “Pulcin della Minerva” per via delle sue forme tozze e poco solenni.

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La storia delle statue di Roma – perglialtri.it

Dietro l’apparente leggerezza si nasconde una storia di rivalità. Secondo una tradizione popolare, Bernini avrebbe orientato l’elefante in modo da mostrare le terga verso il vicino convento dei domenicani, critici del suo progetto. Un dettaglio che rende la statua ancora più affascinante e che ha ispirato artisti come Salvador Dalí secoli dopo.

A Campo de’ Fiori, in uno dei luoghi più animati di Roma, si erge la statua di Giordano Bruno. Realizzata da Ettore Ferrari e inaugurata nel 1889, sorge esattamente nel punto in cui il filosofo fu condannato al rogo nel 1600. La sua installazione fu tutt’altro che semplice: proteste, scontri ideologici e prese di posizione internazionali accompagnarono l’intero progetto. Ancora oggi, lo sguardo severo della statua rivolto verso il Vaticano è percepito come un simbolo potente di libertà di pensiero e di espressione, un monito silenzioso che continua a dividere e a far riflettere.

La statua equestre di Marco Aurelio, oggi visibile in copia in Piazza del Campidoglio, è una delle opere più straordinarie giunte fino a noi dall’antichità. Risale al II secolo d.C. ed è sopravvissuta grazie a un clamoroso equivoco: per secoli fu creduta una raffigurazione dell’imperatore Costantino, motivo per cui non venne fusa come accadde a molte statue bronzee.

In cima a Castel Sant’Angelo svetta l’Arcangelo Michele, protagonista di una vicenda segnata da continue distruzioni. Nel corso dei secoli, diverse versioni della statua si sono succedute: legno, marmo, bronzo, tutte eliminate da assedi, fulmini o riutilizzi bellici.

L’attuale statua, realizzata nel 1753, è solo l’ultima di una lunga serie. Un destino ironico, se si pensa che l’angelo simboleggia la fine di una pestilenza e la protezione della città. 

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